lunedì 25 luglio 2011

mi interrogavo.

E' l'audacia a fare l'artista, non la bravura.
idee sbagliate creano montagne di falsi miti. l'idea di artista che abbiamo, troppo spesso, si confonde con l'immagine dell'esistenzialista francese che, con il suo stravagante abbigliamento, si fa emblema di una corrente filosofica novecentesca che col termine di artista propriamente detto ha ben pochi tratti in comune. Data la grandezza dell'arte, che pervade tutto ciò che c'è di sensibilmente percepibile al mondo, quella dell'artista non può che essere pari, se non maggiore, dato che lui ne è l'artefice.
Essere un artista non significa avere capacità fuori dal comune da un punto di vista tecnico, che si tratti di musica o di pittura, quanto essere in grado di esprimere la propria sensibilità e il proprio amore verso il mondo esistente con un atto divino di creazione che nasce dal sentimento stesso. non si parla di amore in termini cavallereschi, che riguardano l'amore uomo- donna, piuttosto ci si riferisce a un amore celestiale, che vede gli artisti investiti del ruolo di creatori di una realtà tanto unica quanto profonda. l'essere fatti a immagine e somiglianza di Dio non significa avere, proprio come lui, due gambe e due braccia(anche perché, in virtù delle rappresentazioni iconografiche cattoliche, non sarebbe proprio simile a tutti tutti). Un tale accostamento, oltre a essere oltremodo superficiale, è anche fuorviante; di Dio ne abbiamo l'essenza più profonda, quello che ci connette a lui per ciò che è realmente: il CREATORE.
l'atto della creazione è il gesto supremo d'amore. Donare la vita è ciò che di più divino si possa fare.
siamo su questa terra per amarci e per ammaliarci con le nostre creazioni, senza giudizi e senza critiche. solo così ci sarà la vera arte.

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