Quando vai dal tuo Sheik, arrivi con tutta la tua conoscenza, la tua filosofia, le tue idee, la tua critica e lui ti da solo una risposta:"si, hai ragione tu. Siediti e bevi un tè, sono felice che tu sia qui."
mercoledì 3 agosto 2011
Ti Compro
Quando vai dal tuo Sheik, arrivi con tutta la tua conoscenza, la tua filosofia, le tue idee, la tua critica e lui ti da solo una risposta:"si, hai ragione tu. Siediti e bevi un tè, sono felice che tu sia qui."
martedì 2 agosto 2011
mercoledì 27 luglio 2011
street fighter
lunedì 25 luglio 2011
mi interrogavo.
E' l'audacia a fare l'artista, non la bravura.
idee sbagliate creano montagne di falsi miti. l'idea di artista che abbiamo, troppo spesso, si confonde con l'immagine dell'esistenzialista francese che, con il suo stravagante abbigliamento, si fa emblema di una corrente filosofica novecentesca che col termine di artista propriamente detto ha ben pochi tratti in comune. Data la grandezza dell'arte, che pervade tutto ciò che c'è di sensibilmente percepibile al mondo, quella dell'artista non può che essere pari, se non maggiore, dato che lui ne è l'artefice.
Essere un artista non significa avere capacità fuori dal comune da un punto di vista tecnico, che si tratti di musica o di pittura, quanto essere in grado di esprimere la propria sensibilità e il proprio amore verso il mondo esistente con un atto divino di creazione che nasce dal sentimento stesso. non si parla di amore in termini cavallereschi, che riguardano l'amore uomo- donna, piuttosto ci si riferisce a un amore celestiale, che vede gli artisti investiti del ruolo di creatori di una realtà tanto unica quanto profonda. l'essere fatti a immagine e somiglianza di Dio non significa avere, proprio come lui, due gambe e due braccia(anche perché, in virtù delle rappresentazioni iconografiche cattoliche, non sarebbe proprio simile a tutti tutti). Un tale accostamento, oltre a essere oltremodo superficiale, è anche fuorviante; di Dio ne abbiamo l'essenza più profonda, quello che ci connette a lui per ciò che è realmente: il CREATORE.
l'atto della creazione è il gesto supremo d'amore. Donare la vita è ciò che di più divino si possa fare.
siamo su questa terra per amarci e per ammaliarci con le nostre creazioni, senza giudizi e senza critiche. solo così ci sarà la vera arte.
siamo su questa terra per amarci e per ammaliarci con le nostre creazioni, senza giudizi e senza critiche. solo così ci sarà la vera arte.
venerdì 8 luglio 2011
la fuga
c'era una luce che penetrava tra le sbarre di quella che difficilmente si potrebbe definire finestra. Per due, tre ore circa al giorno rischiariva le quattro pareti in cui ero confinato. Ormai era così da anni; forse in realtà è sempre stato così, ma probabilmente sono qui dentro da così tanto tempo che non sono più sicuro che io sia mai esistito al di fuori di questo luogo.
quando la luce veniva a farmi visita, era sempre accompagnata dalla vibrante energia della vita. Si riuscivano a percepire, anche se nessuno dei cinque sensi di cui siamo in possesso venivano stimolati in alcun modo, tutti quei fruscii, profumi, colori, sapori, realtà e qualsiasi altra cosa che la natura sappia offrire. Tutti insieme, come una cascata, si abbattevano con fragorosità contro il mio sistema nervoso, mandandolo al tappeto. Le lacrime bagnavano inevitabilmente il mio volto sorridente.
La stessa luce, però, quando sei lì, steso sulla tua schiena, ti ricorda anche che la tua realtà è buia per la maggior parte delle tue giornate, che solo di tanto in tanto puoi godere dell'amore del mondo. per un buon novanta percento sei costretto a guardare le pareti sfumare da una tonalità di grigio a un nero così buio che difficilmente ci si accorge di avere ancora gli occhi aperti. Con la stanza illuminata si rivela, tra l'altro, la peggiore delle verità: una via d'uscita c'è, e si sa anche che oltre quelle sbarre di cose belle come la luce ce ne sono un'infinità.
ma come si fugge da questo incubo, in cui ciò che c'è di più bello al mondo ti viene posto difronte e tolto in pochi istanti? Se la risposta fosse semplice non sarei qui a scriverne.
mercoledì 29 giugno 2011
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